Blogger della settimana: Vera e la sua cucina galleggiante

L'estate è ormai alle porte e quindi non potevamo che scegliere lei come food blogger della settimana. Parlo di Vera, la nostra collaboratrice che fa un mestiere da sogno: chef di bordo su uno yatch d'epoca. Siate onesti, a voi non piacerebbe farlo?

In questa mini intervista ci racconta da dove nasce la sua passione per la cucina e in che modo è riuscita ad unirla con con quella per la navigazione.

Ecco la sua testimonianza. Spero che la troviate interessante!

Ciao Vera, innanzitutto ci piacerebbe sapere da dove viene la tua passione per la cucina...

La passione per la cucina mi è stata trasmessa da mia nonna. Lei amava cucinare soprattutto con quello che prendeva dal nostro orto, dove si trovava di tutto: erbe aromatiche, primizie, frutta, verdure... e tutto era sempre ottimo perché era colto solo durante la sua stagione. I miei nonni avevano una piccola fattoria nel bosco, per cui ho passato la mia infanzia tra polli e conigli, imparando a raccogliere funghi porcini e frutti di bosco, e a trattarli per conservarli tutto l'inverno.

A casa, siccome eravamo lontani dalla città, si faceva sempre il pane fresco ed i dolci.

Tu fai un lavoro che forse molti sognano: lo chef su uno yacht d'epoca. Ci racconti come ci sei riuscita?

Il mare è sempre stato la mia passione. Ho sempre sognato di salpare e andare via, anche perché l'altro mio nonno, ma anche mio padre e mia madre, erano tutti marinai, e si imbarcavano per mesi. Ho iniziato a girare il mondo molto presto, mentre finivo i miei studi universitari: prima in Egitto, poi in Italia. Dopo aver provato diversi lavori mi si è presentata l'occasione di imbarcarmi su uno yacht. Mi è sembrata la scelta più naturale, perché univa le mie due più grandi passioni: cucinare e navigare.

Dopodiché si è trattato di metterci molta passione e buona volontà. Ho fatto stage, corsi professionali e qualche concorso, prima di diventare Chef di bordo. Poi, col tempo, sono arrivati i primi riconoscimenti: un evento organizzato con successo per Krug, nel quale ho avuto un bel riconoscimento da parte dei nostri clienti, e la prima pagina di Monaco Matin, in occasione del concorso di Chef di yacht d'epoca.

Sei specializzata nella "cucina di bordo". Ci spieghi meglio in cosa consiste?

Fare il cuoco su uno yacht non è come lavorare in un ristorante perché la barca è sempre in un posto diverso: quando hai il tuo ristorante, puoi selezionare i tuoi fornitori di fiducia. Su una barca, devi imparare a riconoscere chi ha i prodotti migliori e di quale fornitore ti puoi fidare, in ognuno dei posti in cui lo yacht fa scalo. Inoltre è fondamentale la presentazione dei piatti perché la clientela a bordo è sempre molto esigente. E questo non sempre è facile, soprattutto se la barca è sbandata perché si va a vela, o se magari si è all'ancora ma il vento soffia via metà della tua decorazione.

Qual è la qualità che non deve assolutamente mancare ad uno "chef di bordo"?

La capacità di adattamento, flessibilità e tanta, tanta pazienza...

Quali sono i pro di cucinare su uno yacht?

Non esiste un menu fisso. Mi diverte molto il fatto di dover improvvisare un menu diverso ogni giorno. Da regione a regione trovi prodotti tipici diversi e così posso dare spazio alla mia fantasia e creare piatti nuovi ma con qualcosa che proviene sempre dal posto in cui ci troviamo.

E i contro?

L'unico contro è quando ci troviamo ad affrontare il maltempo in navigazione. Però anche in questo caso, ci accontentiamo di qualche sandwich fatto al momento o di un piatto caldo preparato in pentola a pressione.

Qual è il pesce che preferisci?

Per mangiare, preferisco e amo il pesce San Pietro con le patate al forno. Invece, per cucinare, amo il salmone. A bordo lo facciamo in tutti i modi: sushi, carpacci, tartare, gravlax, al forno, al vapore, scottato, etc... Amo il suo colore perché mi permette di giocare con gli altri ingredienti e creare bellissimi piatti. Poi, il gambero rosso, di questo potrei parlare ore e ore...

Qual è, per te, il pesce più difficile da cucinare?

È interessante questa domanda: credo che non ci siano pesci difficili da cucinare, però esistono varietà di pesci che trattiamo molto raramente, penso soprattutto ai pesci tropicali, e credo che sarebbe bello conoscerli meglio e imparare a cucinarli.

Hai un sogno nel cassetto?

Sto scrivendo un libro sui miei viaggi culinari nel Mediterraneo, che contiene una trentina di ricette. Ogni ricetta si lega al posto in cui l'ho preparata, per un ingrediente speciale o un aneddoto. Il mio sogno è di finirlo e presentarlo al pubblico appena possibile.