13 cose che non sai sul tè marocchino (ma dovresti sapere)

martedì 27 maggio 2025 14:05 - Patricia González
13 cose che non sai sul tè marocchino (ma dovresti sapere)

Forse l’hai assaggiato in una sala da tè o durante un viaggio in Marocco, ma il tè marocchino è molto più di una semplice bevanda alla menta. Con menta fresca e zucchero puoi prepararlo anche a casa, ma dietro il suo profumo intenso e la tipica schiuma brillante si nasconde un vero rituale fatto di storia, cultura e ospitalità.

Simbolo di condivisione e piccoli gesti quotidiani, il tè marocchino è un’arte che attraversa i secoli. In questo articolo scoprirai 13 curiosità che (forse) non conoscevi su questa affascinante bevanda.


1. Non viene dal Marocco: ecco da dove arriva davvero

Anche se lo associ subito alla cultura marocchina, il tè moresco non è nato in Marocco. Il Paese, infatti, non coltiva tè a causa del clima poco adatto, e la varietà più usata, il tè verde Gunpowder, arriva dalla Cina. Ciò che rende unico questo infuso è il modo speciale in cui viene preparato.


2. Non è così antico come pensi: ecco com’è nata la tradizione

Anche se oggi è un simbolo della cultura marocchina, il tè non ha origini così antiche nel Paese. La sua diffusione risale al XIX secolo, grazie ai rapporti commerciali con la Gran Bretagna. Prima di allora, si bevevano solo infusi di menta fresca e piperita.


3. Si beve molto caldo, anche in estate

In Marocco il tè si serve quasi bollente, anche nei giorni più afosi. Nei climi secchi ha perfettamente senso: il calore stimola la sudorazione, che raffredda il corpo mentre evapora. Inoltre, l’acqua calda elimina i batteri, rendendo il tè più sicuro e salutare.


4. Niente cucchiaio per mescolare

Una delle particolarità più affascinanti del tè marocchino è che, nella preparazione tradizionale, non si usa il cucchiaio per sciogliere lo zucchero. Si preferisce versare il tè in un bicchiere e poi rimetterlo nella teiera più volte. Questo gesto non solo mescola gli ingredienti, ma serve anche a ossigenare l’infuso e ad esaltarne profumo e sapore.

5. La prima infusione va buttata

Quando il tè incontra l’acqua bollente per la prima volta, non è ancora pronto da bere. Questa prima infusione serve a “lavare” le foglie: elimina impurità, attenua l’amaro e riduce teina e tannini. Viene poi scartata, prima della vera preparazione.


6. Ogni bicchiere di tè marocchino ha un sapore diverso (e c’è un motivo)

Una curiosità che sorprende molti: se il tè viene versato più volte dalla stessa teiera, ogni bicchiere ha un sapore diverso. Le foglie continuano a rilasciare aromi e l’infusione si fa più intensa. L’ultimo bicchiere? Di solito è il più forte.


7. La menta non deve galleggiare

In Marocco, la menta si lascia affondare sul fondo del bollitore. Se resta in superficie, rischia di bruciarsi con il calore e di dare al tè un retrogusto amaro, un errore che i marocchini evitano con grande attenzione.


8. Perché in Marocco il tè si versa dall’alto? Il vero motivo ti sorprenderà

Versare il tè da una certa altezza non è solo un gesto scenografico. Serve a ossigenare l’infuso, mescolare gli aromi e creare una schiuma leggera, considerata segno di una preparazione perfetta. In Marocco, un tè senza schiuma è un tè mal fatto.


9. Il tè marocchino non si beve mai in tazza

Il tè marocchino non viene mai servito in tazza, ma in piccoli bicchieri di vetro senza manico, pensati per esaltare il rituale e l’estetica. Sono cilindrici, trasparenti e spesso decorati con motivi dorati: così puoi controllare il colore del tè e ammirare la schiuma, segno di un servizio impeccabile. Le dimensioni ridotte permettono di offrirne diversi, prolungando il momento di condivisione e rendendo ogni sorso parte di un gesto ospitale e raffinato.


10. Sorseggiare rumorosamente il tè? In Marocco è segno di buon gusto

In Marocco, sorseggiare il tè facendo un po’ di rumore non è affatto maleducato. Anzi, è un gesto comune e accettato per raffreddare la bevanda, che viene servita molto calda. Sorseggiarlo con calma aiuta a non scottarsi e a coglierne meglio gli aromi. Questo piccolo gesto quotidiano è parte integrante del rituale del tè marocchino, tra gusto, tradizione e convivialità.


11. Il tè marocchino è molto dolce

Il tè marocchino è notoriamente molto dolce: si usano tra i 30 e i 50 grammi di zucchero per teiera. In alcune zone, si beve addirittura tenendo la zolletta tra i denti. La dolcezza non è solo sapore, è parte del rituale e dell’ospitalità.


12. Il tè non si può rifiutare

Rifiutare una tazza di tè in Marocco può essere visto come un gesto scortese. Offrirlo è un rito carico di significato: simboleggia accoglienza, rispetto e amicizia, e precede ogni conversazione, incontro o visita in famiglia.


13. Non esiste l'ora del tè marocchino

A differenza del tradizionale tè britannico, il tè marocchino non ha un orario preciso. In Marocco lo si sorseggia in qualsiasi momento: al mattino, con gli ospiti, dopo i pasti o durante una semplice pausa. Più che un’abitudine, è una presenza costante nella vita quotidiana, pronta ad accompagnare ogni conversazione o attimo di relax.


E tu?

Ti aspettavi tutte queste curiosità sul tè marocchino? Qualcuna ti ha sorpreso? Lo bevi spesso a casa, lo ordini nei tea shop o l’hai scoperto durante un viaggio? Raccontaci la tua esperienza, i tuoi rituali o la tua ricetta del cuore. Ti leggiamo nei commenti… e se conosci qualcuno che ama il vero atay, condividi questo articolo!



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Patricia GonzálezPatricia González
Appassionata di cucina e buon cibo, la mia vita si muove tra parole ben scelte e cucchiai di legno. Responsabile, ma distratta. Giornalista e redattrice con anni di esperienza, ho trovato il mio angolo ideale in Francia, dove lavoro come redattrice per Petitchef. Adoro il bœuf bourguignon, ma mi manca il salmorejo di mia madre. Qui, combino il mio amore per la scrittura e i sapori succulenti per condividere ricette e storie di cucina che spero possano ispirarti. La tortilla, mi piace con cipolla e poco cotta :)

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