Cottura passiva: funziona davvero?

Il premio Nobel 2021 per la Fisica, Giorgio Parisi, ha proposto sui social di optare per la cottura passiva per cuocere la pasta. Anche Dario Bressanini, chimico e divulgatore scientifico, è d'accordo: iltutto per ridurre le spese in questo periodo di crisi energetica. In realtà, la cottura passiva esiste da tempi antichi, di fatto le prime testimonianze risalgono a metà 800. Oggi, gli esperti si dividono prendendo delle posizioni ben definite.

Il cuoco due stelle Michelin Gennaro Esposito pensa che potremmo trovare altri modi per risparmiare energia, come ad esempio mettere un maglione in casa e abbassare il riscaldamento. Perché, per lui, cucinare la pasta è una liturgia. Una sorta di rito quindi che non deve essere modificato.

Lo chef Luciano Monosilio (ex stella Michelin, esperto di carbonara nel suo super ristorante romano) e il due stelle Michelin Davide Oldani dicono invece che non c'è alcuna controindicazione nel cuocere la pasta in questo modo. Bisogna invece sdoganare l'utilizzo di questa modalità, anche perché oggi è ancora più facile da applicare grazie all'aiuto della tecnologia. In conclusione, la cottura passiva della pasta è possibile e il risultato è difficilmente distinguibile.

Gli studi scientifici dicono lo stesso. I pastai di Unione Italiana Food dicono che se si spegne il fuoco dopo due minuti di cottura e si lascia il coperchio per non far disperdere il calore, il risparmio energetico è considerabile. Aggiungono però che la pasta potrebbe risultare un po' gommosa, ma ci sono dei metodi per far si che questo non accada.

In questo articolo troverete come cuocere la pasta a fuoco spento, quanto risparmierete se deciderete di farlo, come non rendere la pasta gommosa e altri tipi di cotture passive e non.