Vino analcolico: la nuova tendenza che sta rivoluzionando il mondo enologico

mercoledì 19 febbraio 2025 10:02
Vino analcolico: la nuova tendenza che sta rivoluzionando il mondo enologico

Negli ultimi anni, il vino analcolico ha conquistato sempre più spazio nel mercato globale, attirando l’interesse di consumatori attenti al benessere e alle nuove tendenze. Questa alternativa al vino tradizionale permette di godere dell’esperienza sensoriale del vino senza gli effetti dell’alcol, rispondendo alle esigenze di chi adotta uno stile di vita più sano o sceglie di evitare l’alcol per motivi personali, religiosi o professionali. Ma cos'è esattamente il vino analcolico e come viene prodotto? Scopritelo in questo articolo!


Come viene prodotto il vino analcolico?

Per comprendere al meglio questa nuova tendenza, partiamo dalle basi. Una delle domande più frequenti è: come viene prodotto il vino analcolico?

Come spiega Marcello Leder su quattrocalici.it, il processo inizia con una vinificazione tradizionale, in cui l'uva viene fermentata per ottenere il vino. Successivamente, l’alcol viene rimosso attraverso tecniche specifiche, come la distillazione sottovuoto e l’osmosi inversa. La distillazione sottovuoto consente di eliminare l'alcol evaporandolo a basse temperatur e, preservando così gli aromi e le caratteristiche originali del vino. L’osmosi inversa, invece, utilizza una membrana semipermeabile per separare l’alcol dall’acqua e dagli altri componenti, garantendo un risultato più fedele al vino tradizionale.


Trend del vino analcolico a livello globale

Il mercato del vino analcolico è in rapida espansione. Secondo un rapporto di Euronews, il valore globale di questo settore passerà dagli attuali 8 miliardi di euro a 14 miliardi entro il 2030. Questa crescita è alimentata da un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, con un aumento della domanda di bevande a basso o nullo contenuto alcolic o. In particolare, i Millennials e la Generazione Z stanno guidando questa tendenza verso scelte più salutari.

A testimonianza di questo trend, stanno emergendo le prime enoteche dedicate esclusivamente ai vini analcolici. Nel cuore di Bordeaux, culla della viticoltura mondiale, ha aperto "Belles Grappes", una boutique interamente focalizzata su vini dealcolati. Questo concetto, che fino a poco tempo fa sarebbe sembrato quasi un'eresia in una città simbolo del vino tradizional e, sta riscuotendo un notevole interesse. Anne Kettaneh, co-proprietaria insieme al marito Alexandre, racconta di un flusso costante di curiosi e produttori che visitano il negozio per saperne di più su questo nuovo mercato (fonte: reporter gourmet).


La produzione di vino analcolico parte anche in italia

In Italia, dopo anni di dibattiti, è stato recentemente autorizzato l'utilizzo della denominazione "vino" per bevande con un tenore alcolico inferiore agli 8,5 gradi. Con la pubblicazione sul sito del Ministero dell'Agricoltura delle disposizioni attuative del decreto sui vini dealcolati, si supera un vuoto normativo e cade un tabù nel Paese maggior produttore al mondo di vino. Il decreto ministeriale n. 672816 del 20 dicembre 2024, firmato dal Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, consente ai produttori italiani di realizzare e commercializzare vini senza alcol, in conformità con il regolamento UE 1308/2013. Tuttavia, questa possibilità non si applica ai vini a denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP), per i quali il processo di dealcolazione rimane vietato (fonte: ilsole24ore).


Il vino analcolico ha lo stesso sapore del vino tradizionale?

Il vino analcolico non ha esattamente lo stesso sapore del vino tradizionale. La rimozione dell'alcol può influire sul gusto e sulla struttura del vino, rendendolo spesso più leggero e con note aromatiche differenti rispetto alla versione convenzionale. L'alcol, infatti, svolge un ruolo cruciale nel veicolare le sostanze aromatiche e nel conferire corpo al vino. La sua assenza può portare a una bevanda percepita come meno robusta e con un profilo aromatico meno complesso. Inoltre, la percezione del sapore può variare a seconda del metodo utilizzato per la dealcolizzazione e della qualità del vino di partenza. Stando a quanto scrive il San Francisco Chronicle, molti produttori stanno investendo in tecnologie avanzate per preservare il più possibile le caratteristiche originali del vino, offrendo alternative analcoliche che si avvicinano sempre più al gusto tradizionale.


Qual è la vostra esperienza con il vino analcolico?

E voi, avete già provato il vino analcolico? Siamo curiosi di sapere cosa ne pensate! Vi ha sorpreso il suo gusto? Lo ritenete una valida alternativa al vino tradizionale? Condividete la vostra esperienza nei commenti: raccontateci quale marca avete assaggiato, in quale occasione lo avete bevuto e se lo consigliate. Il dibattito è aperto, e le vostre opinioni sono preziose!


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Commenti

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Aldo, 19/03/2025

Bere il vino analcolico??? L'ho assaggiato... Per cortesia non parliamo di Salute! Quello si che fa male.
Mio nonno beveva 2 bicchieri (equivqlenti a un fiasco) di vino barbera a pasto compresa colazione. Mestiere ferroviere macchinista di locomotori a vapore, a casa contadino e vignaiolo.
E' campato in buona salute fino a 108 anni. Mia madre 1/2 litro a pasto un mese a 100. Comunque è giusto fare campagna di non bere ma quello che veramente fe male sono i superalcolici non quel poco vino che si puo bere a pasto.
Quindi niente fesserie: dite pure che è il mercato che cerca di illudere gli astemi e conquistare l'ìenorme platea dei non bevitori per religione.

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DanieleDaniele
Ogni giorno mi immergo nel mondo della cucina, alla ricerca di nuove ricette e sapori da condividere: dal piatto della nonna alle ultime tendenze food. Mi occupo di comunicazione food da oltre 10 anni!