Regalare arance a Natale: una tradizione secolare ricca di significati e simbolismi!

Friday 29 November 2024 11:46 - Adèle Peyches
Regalare arance a Natale: una tradizione secolare ricca di significati e simbolismi!

Regalare un’arancia a Natale può sembrare un gesto semplice e tradizionale, ma racchiude una storia affascinante, intrisa di simbolismo e legata alla rarità del frutto. In un’epoca in cui le arance erano considerate un lusso prezioso e difficile da ottenere, questo dono assumeva un valore profondo e speciale. Scopriamo insieme le origini di questa antica u sanza natalizia.


Un frutto di lusso, simbolo di ricchezza

Nel XVII e XVIII secolo, l'arancia era un lusso riservato a pochi. A causa del suo bisogno di un clima mite, cresceva rigogliosa solo nelle regioni più meridionali d'Europa, come la Spagna e l'Italia. Nei rigidi inverni, le sue fioriture luminose erano un simbolo di opulenza, accessibile solo agli aristocratici che potevano permettersi di coltivarla in serre riscaldate. In Francia, gli aranci venivano coltivati in edifici speciali chiamati "orangerie", che erano simboli di prestigio e potere. L'arancia, frutto esotico e prezioso, era un simbolo di ricchezza e potere. Solo le tavole imbandite delle famiglie più facoltose potevano vantare la presenza di questo agrum e, considerato all'epoca un lusso accessibile a pochi.

Un regalo di Natale simbolico

In questo contesto l’arancia è diventata un simbolo emblematico del Natale. A partire dal XIX secolo, con la diffusione dell’usanza di scambiarsi doni, questo frutto ha assunto il valore di un piccolo lusso accessibile, particolarmente per le famiglie meno abbienti. Come racconta Dominique Foufelle nel suo Le Petit livre de Noël (il piccolo libro di Natale), le arance venivano spesso regalate ai bambini come un dono prezioso e ricco di significato. All’epoca, infatti, le arance erano ancora un prodotto raro, importato da mercanti itineranti provenienti dalla Spagna. Il loro costo elevato le rendeva un bene speciale, riservato alle festività di fine anno. Donare un’arancia era quindi un atto di generosità e condivisione, in un periodo in cui le famiglie più umili disponevano di poche risorse per acquistare regali più costosi.

La svolta della Seconda Guerra Mondiale

Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, l'arancia era spesso l’unico dono che i bambini ricevevano. La scarsità di risorse e la povertà rendevano impossibile immaginare regali più elaborati. Questo frutto, raro e prezioso, si trasformò così in un simbolo di generosità e calore, rappresentando un piccolo lusso in un periodo segnato da privazioni e difficoltà.

Con la fine della guerra, il mondo entrò in una fase di profondo cambiamento. A partire dagli anni Cinquanta, grazie ai progressi dell’agricoltura e alla crescente disponibilità di beni, l’arancia cessò di essere un prodotto di lusso e divenne un frutto comune e accessibile. Già negli anni Sessanta, regalare un’arancia a Natale appariva un gesto modesto, superato dai nuovi standard di consumo che privilegiavano regali più elaborati e sofisticati, come giocattoli e oggetti di valore.

Potrebbe anche interessarti:

Vin brulé fatto in casa: la ricetta natalizia che riempie la casa di magia e profumi di festaVin brulé fatto in casa: la ricetta natalizia che riempie la casa di magia e profumi di festa

Quando il freddo si fa pungente e le luci del Natale iniziano a illuminare le sere invernali, non c'è nulla di più confortante di una calda tazza di vin brulé. Ma vi siete mai chiesti quali siano le origini di questa deliziosa tradizione o come prepararla comodamente a casa? Scopritelo insieme a noi!

9 piatti con salmone (fresco e affumicato) per la vigilia di Natale9 piatti con salmone (fresco e affumicato) per la vigilia di Natale

Abbiamo selezionato 9 ricette a base di salmone, perfette per la cena della Vigilia (o per il cenone di Capodanno). Dalle proposte più classiche alle creazioni più innovative, troverete l'ispirazione giusta per un menu che soddisferà tutti i palati. Preparatevi ad un viaggio di gusto indimenticabile!

Adèle PeychesAdèle Peyches
Responsabile editoriale che non vede l'ora che arrivi l'inverno per mangiare fondue! Appassionata di gastronomia e sempre alla ricerca di nuove perle culinarie, ho prima studiato giurisprudenza prima di tornare al mio primo amore: il gusto dei buoni prodotti e il piacere di condividere a tavola :)