Perché la sera si paga di più per lo stesso piatto: la verità dietro i menu dei ristoranti

venerdì 24 ottobre 2025 18:00 - Adèle Peyches
Perché la sera si paga di più per lo stesso piatto: la verità dietro i menu dei ristoranti

Hai mai notato che lo stesso piatto può costare meno a pranzo che a cena? Un semplice piatto di pasta, un hamburger gourmet o un menu completo con antipasto, primo e dessert... eppure, quando cala il sole, il conto lievita.Non è una tua impressione: la differenza di prezzo tra pranzo e cena è reale e tutt’altro che casuale.

Ma perché succede? Perché, di giorno, tendiamo a mangiare “meno”? La risposta è una combinazione di strategie di marketing, abitudini dei clienti e calcoli economici ben precisi che i ristoratori conoscono molto bene.


Un pranzo veloce ma strategico

A mezzogiorno i ristoratori si rivolgono a una clientela ben precisa: lavoratori che hanno poco tempo ma non vogliono rinunciare a un pasto equilibrato e conveniente. Impiegati, commercianti e professionisti in pausa pranzo cercano efficienza e qualità nel minor tempo possibile.

Non è il piatto a cambiare, ma il contesto: alle 13 si mangia per necessità, alle 20 per piacere.

Le formule pensate per il pranzo servono a riempire la sala durante la settimana, creare abitudine e garantire un flusso di incassi regolare.

Il risultato è un equilibrio sottile: margini più bassi ma volumi più alti. Una strategia vincente per mantenere viva l’attività senza compromettere la qualità.

Di sera conta l’esperienza (e il piacere)

Il cliente della sera ha aspettative completamente diverse. Dopo una giornata di lavoro, desidera rilassarsi, vivere un’esperienza più lunga, curata e coinvolgente.

I ristoratori lo sanno e adattano ogni dettaglio: dall’offerta alle porzioni, fino alla mise en place e alla presentazione dei piatti.

La cena diventa un momento di svago e convivialità: luci soffuse, musica di sottofondo, servizio più attento e un’atmosfera studiata nei minimi particolari. Tutto ciò, inevitabilmente, incide sul prezzo finale.

Anche i costi di gestione aumentano: personale più numeroso, orari prolungati, maggior consumo di energia e tavoli occupati più a lungo. Meno rotazione, più tempo dedicato a ciascun cliente — e prezzi che riflettono questa differenza.

I menù pranzo come “biglietto d’ingresso”

Le formule del pranzo non sono solo un vantaggio per chi lavora: sono un vero strumento di marketing. Servono a riempire la sala nelle ore meno redditizie e a creare un legame con la clientela.

Un menù con antipasto, piatto principale e caffè a 17 euro non è casuale: è un prezzo strategico, studiato per garantire un minimo margine e massima fidelizzazione.

Se il cliente torna la sera o consiglia il locale, il guadagno arriva nel tempo. Inoltre, questi menù sono spesso limitati: una volta esaurito il “piatto del giorno”, restano solo le opzioni à la carte, più redditizie.

Questa gestione intelligente consente anche di ottimizzare gli ingredienti freschi, ridurre gli sprechi e mantenere un ricambio costante delle scorte.

La nuova frontiera del mattino

Sempre più locali ampliano l’offerta introducendo colazioni e brunch per sfruttare appieno gli spazi e diversificare gli incassi.

Il “brunch della domenica” o il “caffè prima del lavoro” sono ormai un’abitudine consolidata nelle grandi città, simbolo di uno stile di vita moderno e rilassato.

Tuttavia, ampliare l’orario d’apertura comporta nuovi costi: personale extra, attrezzature dedicate e una gestione più complessa. Non tutti i ristoratori sono pronti a questa sfida, anche se il potenziale è innegabile.

Prezzi e profitti: la sfida dell’equilibrio

Alcuni ristoranti scelgono di mantenere gli stessi prezzi durante tutta la giornata, ma è un’arma a doppio taglio.

Applicare i prezzi serali a pranzo può allontanare i clienti in pausa, mentre offrire i prezzi da pranzo a cena rischia di ridurre la redditività.

Ogni locale deve trovare il proprio punto di equilibrio tra convenienza e profitto, mantenendo alta la qualità e salvaguardando i margini.

L’obiettivo è chiaro: restare accessibili senza compromettere la sostenibilità economica del servizio serale.

Mangiare bene spendendo poco: consigli pratici

Per chi ama risparmiare senza rinunciare al gusto, ci sono molti alleati:

  • App come TheFork, Too Good To Go e Karma offrono sconti e promozioni su pasti e piatti invenduti.
  • I buffet all-you-can-eat sono spesso più economici a pranzo (15–20 euro), a patto di sapersi fermare al momento giusto!
  • Il cibo fatto in casa resta la scelta con il miglior rapporto qualità-prezzo in assoluto.

In breve

Il prezzo di un piatto non dipende solo dagli ingredienti, ma dal momento, dal servizio e dall’esperienza che lo accompagnano. A pranzo si paga per la rapidità e la praticità, la sera per il piacere e l’atmosfera.

Due momenti diversi, due emozioni opposte, ma un’unica verità: il piacere di mangiare bene non conosce orari.

Adèle PeychesAdèle Peyches
Responsabile editoriale che non vede l'ora che arrivi l'inverno per mangiare fondue! Appassionata di gastronomia e sempre alla ricerca di nuove perle culinarie, ho prima studiato giurisprudenza prima di tornare al mio primo amore: il gusto dei buoni prodotti e il piacere di condividere a tavola :)

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