I 7 peggiori pani senza glutine che continuate a comprare pensando di fare le cose per bene

martedì 25 novembre 2025 17:00 - Mirella Mendonça
I 7 peggiori pani senza glutine che continuate a comprare pensando di fare le cose per bene

Vi sarà sicuramente capitato di notare sugli scaffali del supermercato il classico pane senza glutine confezionato in modo accattivante, con slogan come “naturale”, “leggero”, “in forma” e promesse di ingredienti selezionati. E, quasi inevitabilmente, scatta il pensiero: “Se è senza glutine, allora sarà più sano, giusto?”

La realtà è molto diversa. Molti prodotti gluten free industriali sfruttano questa percezione salutistica per nascondere ingredienti tutt’altro che benefici: zuccheri aggiunti, oli scadenti, additivi, mix di amidi poveri e sostanze che rendono il pane più morbido... ma meno sano. Per aiutarvi a scegliere con consapevolezza, abbiamo raccolto i 7 peggiori tipi di pane senza glutine che tantissime persone continuano ad acquistare convinte di fare la scelta giusta. Alcuni sono davvero sorprendenti. Il numero 4 vi lascerà a bocca aperta.


1. Pane “senza glutine” ricco di amidi raffinati

Quando si elimina il glutine da un impasto, serve qualcosa che restituisca volume e morbidezza. La scelta più comune è usare amido di mais, fecola di patate o amido di manioca, cioè carboidrati raffinati puri e privi di nutrienti. Questi ingredienti rendono il pane più soffice, ma fanno schizzare l’indice glicemico e provocano picchi di insulina, con conseguente fame precoce e possibile accumulo di grasso nella zona addominale.

Consiglio utile: scegliere pani preparati con farine integrali naturalmente senza glutine, come riso integrale, sorgo, ceci, teff o amaranto.

2. Pane senza glutine con zuccheri nascosti

Zucchero nel pane senza glutine? Spesso più di quanto si immagini. Molti produttori aggiungono zucchero, maltodestrine, sciroppo di glucosio o melassa per compensare il sapore neutro delle farine senza glutine.

Il risultato è un pane che sembra leggero ma che ha un carico glicemico paragonabile a un dolce vero e proprio.

Come scoprirlo: controllare l’etichetta. Se tra i primi tre ingredienti compare una forma di zucchero, è meglio evitare.

3. Il pane “ricco di fibre” che in realtà non lo è

Alcuni pani senza glutine mettono in evidenza la dicitura “fonte di fibre”, ma osservando l’etichetta si trovano solo 1 o 2 grammi per fetta.

Il trucco consiste nell’aggiungere piccole quantità di fibra di mais o psillio, giusto per poterlo dichiarare in etichetta. La quantità reale è troppo bassa per avere benefici digestivi e spesso questo tipo di pane contiene anche oli vegetali e conservanti.

Regola d’oro: un vero pane integrale dovrebbe contenere almeno 3 grammi di fibre per fetta.

4. Pane “vegano” senza glutine ma ultra-processato

L’etichetta vegana può dare un’impressione di genuinità, ma non sempre è così. Molti pani senza glutine “100% vegan” contengono oli idrogenati, emulsionanti, addensanti e additivi necessari per ottenere una consistenza accettabile e una lunga conservazione.

Il risultato è un prodotto altamente processato, lontano anni luce da un alimento naturale.

Regola semplice: più corta è la lista degli ingredienti, migliore è la qualità. Se serve un glossario per capirla, lasciarlo sullo scaffale è la scelta migliore.

5. Pane con “farine miste” che in realtà è solo farina bianca

La dicitura “miscela di farine senza glutine” può sembrare nutriente, ma spesso nasconde una combinazione di farina di riso bianco e amido di manioca, due ingredienti poveri di fibra e micronutrienti.

Questi pani danno energia rapida ma non saziano: si mangia una fetta e dopo mezz’ora si ha di nuovo fame.

Cosa preferire: pani che utilizzano vere farine funzionali, come avena certificata senza glutine, lino, chia, quinoa o amaranto.

6. Pane artigianale... solo di nome

Molti marchi usano la parola “artigianale” per apparire più genuini, ma in realtà aggiungono grandi quantità di oli raffinati come soia o canola, oltre a grassi vegetali nascosti per rendere il pane più morbido.

Questi grassi possono essere infiammatori e non rappresentano una scelta salutare a lungo termine.

Per un pane davvero artigianale: scegliere produzioni locali, con ingredienti semplici e senza additivi.

7. Pane senza glutine e senza lattosio che somiglia a un dessert

È una delle combinazioni più vendute, ma anche una delle più ingannevoli. Per compensare la mancanza di struttura e gusto, molti produttori aggiungono più zuccheri, più oli e più additivi, fino a trasformare il pane in qualcosa di molto simile a una torta mascherata.

Alla fine, si tratta di un prodotto più calorico che nutriente.

Non tutto ciò che è “senza glutine” è davvero sano

Evitare il glutine è fondamentale per chi soffre di celiachia o presenta un’intolleranza certificata, ma per la maggior parte delle persone non è il glutine il problema, bensì l’eccesso di prodotti ultra-processati che si presentano come salutari senza esserlo.

Prima di acquistare un pane senza glutine, è essenziale leggere con attenzione l’etichetta. Un elenco di ingredienti breve, pulito e comprensibile è sempre la scelta migliore.

E un ultimo consiglio: il miglior pane senza glutine resta quello fatto in casa, preparato con farine semplici, lievito, un filo d’olio e senza additivi. La differenza nel gusto e nel benessere si sente davvero.

Mirella MendonçaMirella Mendonça
Sono responsabile editoriale di Petitchef (Portogallo e Brasile) e una grande appassionata di viaggi e gastronomia mondiale, sempre alla ricerca di nuovi sapori ed esperienze. Tuttavia, per quanto adori esplorare le delizie di diverse culture, la cucina di mia madre rimarrà sempre la mia preferita, con quel sapore unico che solo lei sa creare.

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